Accertamento, possibile dedurre i costi forfettari
In caso di verifiche per ricavi non contabilizzati, deve essere riconosciuta una incidenza percentuale di costi presunti che andranno dedotti

Quando, a seguito di indagini finanziarie, il Fisco presume la presenza di ricavi occulti, all’imprenditore deve essere riconosciuta la possibilità di eccepire l’incidenza percentuale dei relativi costi, che vanno dedotti dall'ammontare dei prelievi non giustificati. Questo anche in caso di accertamento di tipo analitico-induttivo.
A chiarirlo è la Cassazione nell'ordinanza n. 5586 dello scorso 23 febbraio. Il principio espresso dai giudici è di segno opposto a quanto sostenuto dal Fisco che ha sempre escluso la possibilità di dedurre costi forfetari, a fronte di ricavi accertati, in sede di applicazione del metodo analitico-induttivo. Tale metodo si basa sull’esistenza di indizi e prove gravi, precise e concordanti in presenza di contabilità esistente e formalmente regolare. Il metodo induttivo puro, invece, si applica quando le scritture contabili non esistono o se esistenti sono inattendibili, e si basa su indizi di minore spessore dimostrativo. Sino a non molto tempo fa la deduzione in misura percentuale forfettaria dei costi di produzione era riconosciuta soltanto in caso di accertamento induttivo "puro".
Con la nuova ordinanza, invece, è previsto che anche nell'ambito dell'accertamento analitico-induttivo, in mancanza di idonea documentazione, spetti al contribuente una incidenza percentuale di costi presunti a fronte di maggiori ricavi.