Criptoattività, nessun effetto sul reddito di impresa

Chiesti chiarimenti sull’applicazione delle nuove disposizioni fiscali introdotte dalla legge di bilancio 2023.

Criptoattività, nessun effetto sul reddito di impresa

I componenti derivanti dalla valutazione delle criptoattività a fine esercizio non incidono sul reddito d’impresa. Per questo, le aziende devono effettuare variazioni nella dichiarazione dei redditi per neutralizzare l’effetto delle rimanenze.

Una banca, attiva nel trading di criptovalute dal 2024, ha chiesto chiarimenti sull’applicazione delle nuove disposizioni fiscali introdotte dalla legge di bilancio 2023. Tale norma esclude dal calcolo del reddito i componenti positivi e negativi derivanti dalla valutazione delle criptoattività.

La banca ha sollevato due quesiti:

  1. Se la deroga sia totale e quindi escluda completamente l’applicazione dell’articolo 92.
  2. Se, ai fini fiscali, si possa utilizzare il costo medio ponderato (Cmp) per la determinazione delle componenti da realizzo, anche se in bilancio le criptoattività sono valutate al fair value.

A tal riguardo, la banca ha individuato due possibili approcci:

  • Un doppio binario civilistico-fiscale, considerando fiscalmente irrilevante la valutazione al fair value.
  • Ritenere irrilevanti le variazioni delle rimanenze finali, considerando solo i costi e i ricavi delle operazioni di compravendita.

L’Agenzia delle Entrate ha confermato che la norma, escludendo la rilevanza fiscale delle variazioni di valore delle criptoattività e dei criteri di valutazione del magazzino previsti dal codice civile e dal Tuir. Di conseguenza, la banca dovrà adeguare la propria dichiarazione dei redditi per neutralizzare l’impatto delle rimanenze.

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