Emergenza caldo, cassa integrazione anche sotto ai 35° gradi
Possibile richiedere l’integrazione salariale anche basandosi sulla temperatura percepita

Le domande di accesso all’integrazione salariale dovuta alla sospensione dell’attività lavorativa in conseguenza delle temperature elevate, può essere accolta
anche in caso di temperature inferiori a 35° centigradi se entra in considerazione la valutazione anche della temperatura c.d. “percepita”, che è più elevata di quella reale. Come, ad esempio, in caso di giornate in cui si registra un elevato tasso di umidità che concorre significativamente a determinare una temperatura “percepita” superiore a quella reale. A chiarirlo è stato l’INPS con il Messaggio n. 2729 dello scorso 20 luglio.
In particolare, l’Istituto previdenziale ha spiegato che anche temperature inferiori ai 35 gradi possono essere idonee a dare titolo al trattamento di integrazione salariale, se le relative attività sono svolte in luoghi non proteggibili dal sole o se comportino l'utilizzo di materiali ovvero in presenza di lavorazioni che non sopportano il forte calore.